La Storia

Nel 1984 in Italia, a Udine, nasce la Società Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria (Siquas-VRQ) che ha contribuito a diffondere gli strumenti, i metodi e le tecniche per progettare, organizzare, valutare e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, adattandola al contesto italiano e diffondendo strumenti come l’accreditamento, l’audit clinico, i percorsi assistenziali, gli strumenti ed i metodi per la sicurezza dei pazienti e la misura della loro soddisfazione, i metodi per co-progettare nonché le migliori e più appropriate modalità di cura orientate alla persona.

Fondatore della Siquas–VRQ, in Italia, fu il prof. Franco Perraro, medico e pioniere di un sistema di valutazione della qualità delle prestazioni in grado di porre le basi per il superamento dell’autoreferenzialità nella sanità. Il principio di riferimento è stato il miglioramento continuo, ovvero stimolare gli operatori all’analisi dei servizi ed al loro miglioramento.

Un anno dopo, nel giugno del 1985, nel corso del seminario internazionale su Training in quality Assurance, ospitato dall’ospedale “Gervasutta” e organizzato in collaborazione con l’OMS, vennero poste le basi per la fondazione dell’ISQUA (International Society for Quality in Health Care) che è diventata, negli anni, la più importante rete internazionale per la qualità in sanità.

L’esigenza di creare modi più efficaci per fare networking tra le società nazionali che già esistevano in Europa divenne sempre più forte, tanto che nell’ottobre del 1998 durante la 15th conferenza internazionale dell’ISQUA a Budapest, fu lanciata ufficialmente l’European Society for Quality in Healthcare (ESQH).

Ruolo attivo nella costruzione di questa rete europea la ebbe la SIQUAS – VRQ tanto da definire insieme a ESQH i temi trainanti per lo sviluppo della qualità dei sistemi sanitari europei: i sistemi di valutazione esterna della qualità, la sicurezza ed il risk management, i profili assistenziali, la formazione alla qualità, gli indicatori e la partnership con i cittadini.

Nel 1992 I principi e gli strumenti elaborati dalla “rete” delle società scientifiche europee ed internazionali sui temi della qualità, trovarono in Italia una base normativa che introdusse l’accreditamento obbligatorio e il metodo di verifica e revisione della qualità (art. 10) (Decreto Legislativo 502/92).

In questo modo l’accreditamento entrava nella scena italiana. I primi ad attivarsi furono i professionisti, con numerosi gruppi che realizzarono esperienze e tentativi di applicazione al loro specifico di questo modello.[2]

Grande supporto metodologico agli operatori sanitari venne dato dalla SIQUAS – VRQ, che divenne, con i suoi programmi, un importante punto di riferimento

I primi elenchi di criteri, relativi alla qualità organizzativa, che la SIQUAS realizzò, rappresentavano una sintesi tra i documenti internazionali, la normativa italiana e le esperienze delle altre società scientifiche.

L’analisi sistemica e la focalizzazione sugli aspetti organizzativi divenne la chiave per “leggere” le organizzazioni sanitarie[4]. Questa impostazione è stata sperimentata per la prima volta con un gruppo di lavoro della Società̀ di Igiene coordinato dal prof. Francesco Di Stanislao, per l'accreditamento dei Servizi di Prevenzione[5].

La normativa del periodo (Decreto Legislativo 502/92 e 229/99) aveva sicuramente stimolato i professionisti a riflettere sulle loro organizzazioni e formulare proposte di miglioramento ma c’era bisogno di qualcosa in più, di un modello omogeneo adattabile a prescindere dai contesti specialistici.

E’ in quel momento che la SIQUAS propose un modello “trasversale”, inserito nel quadro delle attività volontarie finalizzate al miglioramento ed alla promozione della qualità.

Il modello voleva porsi, quale strumento per “il processo di autovalutazione e di revisione esterna tra pari”, come “mandato visibile per migliorare la qualità̀”. Si configurava quindi come strumento volontario di supporto alle organizzazioni ed agli operatori, per aiutarli a valutare, individuare opportunità di miglioramento, definire obiettivi e percorsi, misurare risultati. Il documento si articolava in una parte comune e una serie di parti di settore. La parte comune quale un insieme di criteri organizzativi “trasversali”, ovvero che devono essere soddisfatti da qualunque soggetto (ospedale, poliambulatorio, ma anche singolo servizio/unità operativa) voglia fare il percorso di accreditamento volontario. Un capitolo sui criteri generali di struttura ospedaliera, seguito da capitoli di settore (direzione medica ospedaliera, pronto soccorso) (per saperne di più Liva C.: “L'accreditamento volontario professionale: l'esperienza italiana”. In “L’Accreditamento dei Servizi Sanitari in Italia”, F. Di Stanislao, C. Liva, Centro Scientifico Editore, Torino 1998)

Le attività di accreditamento volontario furono gestite dalla SIQUAS - VRQ, che con le proprie risorse fornì supporto metodologico e, a richiesta, organizzava visite di valutazione.

Il grande lavoro della SIQUAS – VRQ ha ispirato la stesura di iniziative per la qualità a livello nazionale, con i propri associati (Ministero della Salute: PROQUAL, Osservatorio delle buone pratiche per la sicurezza, commissione nazionale per il risk management e la sicurezza) e di alcuni piani sanitari regionali e strumenti specifici a livello regionale (percorsi assistenziali, sistemi di accreditamento istituzionale, progetti di valutazione della soddisfazione dei cittadini e partnership, sistemi di indicatori di performance, sistemi per la riduzione delle liste di attesa, etc.);

La partecipazione della SIQUAS come team leader all'iniziativa "Osservatorio delle buone pratiche in sanità"[6],[7], che vedeva la partecipazione di numerosi partner istituzionali e scientifici, ha permesso di raccogliere numerosi progetti di miglioramento della qualità delle cure, selezionati dai maggiori premi e concorsi nazionali organizzati in sanità ed organicamente classificati sul portale www.osservatoriosanita.it.

Anche le esperienze di circoli e reti di benchmarking tra aziende sanitarie italiane o di partecipazioni a reti internazionali per la sperimentazione di modelli di accreditamento all’eccellenza (Modello EFQM) sono state oggetto di un lavoro di rilevazione, osservazione, monitoraggio e validazione da parte di SIQUAS in quegli anni.[8]

SIQUAS con ISQUA, ESQH, con IHF, International Hospital Federation, e con FIASO, Federsanità ANCI e altri partner istituzionali e scientifici organizzò a Firenze nel 2002 le “Giornate della Qualità in Europa”, primo congresso europeo di bilancio delle attività di promozione della qualità e della sicurezza delle cure nel continente[9].

Successivamente nel 2006 in collaborazione con l’Università di Salerno ospitò in Italia il Prof. Henry Mintzberg per un confronto sul modello e le esperienze ed evidenze del Canadian Council.

La SIQUAS mise in opera, assieme all'Istituto Change, con la promozione e costituzione del movimento “Slow Medicine” una road map in grado di favorire i cambiamenti necessari per un nuovo paradigma dell'organizzazione sanitaria, dall'organizzazione piramidale, riduzionista, meccanicista, ordinata dal vertice, all'organizzazione orizzontale, olistica, sistemica, coordinata da professionisti con autonomia e responsabilità in alleanza con i pazienti.

Nel lungo periodo di attività, dall’1984 al 2016, la SIQUAS ha elaborato 16 Raccomandazioni sulle principali strategie per la qualità, costituite da affermazioni consensuali e da letteratura sul che cosa e sul come delle stesse, corredate dalla bibliografia più aggiornata.

Le Raccomandazioni che la SIQUAS-VRQ forniva agli operatori sanitari e sociali nei diversi ambiti dell’assistenza rappresentavano modelli e linee-guida, per il miglioramento delle loro pratiche di assistenza.


Il testimone della grande esperienza Siquas è passato, nel 2016, all’AsIQuAS (Associazione Italiana per la Qualità nell’Assistenza Sanitaria e sociosanitaria) che in continuità con le attività di ricerca, sviluppo e formazione della SIQuAS-VRQ (Società Italiana per la Qualità nell’Assistenza Sanitaria-VRQ 1984/1999) e SIQuAS (Società Italiana per la Qualità nell’Assistenza Sanitaria 1999/2016) si è posta l’obiettivo di creare una mappa concettuale che sintetizzasse le metodologie e gli strumenti della qualità fino ad ora elaborate a livello internazionale anche alla luce del Convegno organizzato nel 2016 dalla SIQUAS a 30 anni dalla costituzione della ISQUA a Udine, in cui furono riuniti i “fondatori” di ISQUA per fare un bilancio su cosa confermare e cosa superare delle metodologie, modelli e strumenti per la qualità in sanità prodotti a livello internazionale.

[1] Perraro F. – Lo champagne annega la salmonella del tifo - C.G. Edizioni Medico Scientifiche - 2007

[2] Accreditamento volontario all’eccellenza: la proposta della Società̀ Italiana per la Qualità̀ della Assistenza Sanitaria (VRQ) per il 2000. Carlo Liva Responsabile Accreditamento – Soc. It. per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria (VRQ)

[3] Di Stanislao F., Liva C.: “L'Accreditamento dei Servizi: proposta di un modello”. NAM, 1996,1.

[4] Liva C., Di Stanislao F.: “L'Accreditamento dei Servizi Sanitari”. NAM, 1996,1.

[5] Di Stanislao F., Renga G. et al: “Manuale di Accreditamento del Dipartimento e dei Servizi di Prevenzione”. Pubblicato da: Dipartimento di Igiene e Medicina di Comunità̀, Università̀ di Torino, 1995.

[6] Banchieri G., Boni S. “Osservatorio delle pratiche della sanità italiana” - Edizioni Formez 2007;

[7] Banchieri G., Boni S. e Gordini D.: Glossario scientifico dell’Osservatorio delle pratiche della sanità Italiana - Edizioni Formez 2008

[8] Banchieri G. (curatore) , Gardini A. (Prefazione), “Confronti: pratiche di benchmark nella sanità pubblica italiana”, Italpromo Esis Publishing, Roma 2005.

[9] “Le giornate della qualità nella sanità europea”, Atti del Convegno europeo, Firenze ottobre 2003, Projet manager e curatore, (partner: FIASO, Federsanità ANCI, IHF, International Hospital Federation, ISQUA, ESQUA, SIQUAS), Numero speciale della Rivista QA, 2003, (a cura di + introduzione);

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